
Ganbatte: una Parola Che Riflette Lo Spirito Dei Giapponesi
14/05/2025- Casa
- /
- Lingua Giapponese
- /
- Colori in Giapponese: Significato,...
I colori sono una parte essenziale della lingua giapponese. Fin dai primi passi nello studio della lingua, imparare a riconoscerli e usarli correttamente è utile per descrivere oggetti, abiti, paesaggi e molto altro.
Alcuni termini hanno origini antiche e curiosità interessanti, come il fatto che la parola ao un tempo indicasse sia il blu che il verde. Altri colori, invece, sono stati introdotti più di recente attraverso prestiti linguistici.
In questo articolo scoprirai i principali colori giapponesi, l'etimologia e gli usi quotidiani, con attenzione anche alle particolarità culturali.
I Colori In Giapponese
I colori sono parole molto utili nella vita di tutti i giorni, anche in giapponese.
Tra i colori fondamentali ci sono:
- aka(赤) “rosso”;
- ao(青) “blu/verde”;
- shiro(白) “bianco” ;
- kuro(黒) “nero”;
- midori (緑) "verde";
- Murasaki (紫) "viola";
- Kiiro (黄色) "giallo";
- Chairo (茶色, da cha, ovvero tè) "marrone".
I nomi dei colori si trovano anche come aggettivi con la terminazione in –i (ad es. 赤い akai, 青い aoi, 白い shiroi, 黒い kuroi ecc...).
Gli aggettivi dei colori seguono le normali regole degli aggettivi in –i. Ad esempio, 赤い本 (akai hon, “libro rosso”) o 白い靴 (shiroi kutsu, “scarpe bianche”). Per altri colori come 緑 (midori, verde) o 茶色 (chairo, marrone), si aggiunge il の (ad esempio 緑の木 midori no ki, “albero verde”).
I colori con parole composte come giallo (黄色, kiiro) o marrone (茶色, chairo) terminano sempre in i quando sono aggettivi: 黄色い (kiiroi), 茶色い (chairoi).
Esistono ovviemente altri colori, tra cui alcuni sono dei prestiti da parole straniere come ad esempio オレンジ (orenji, arancio), ピンク (pinku, rosa) o グレ (gure, grigio)
Come avrete notato prima, per alcuni colori troviamo l’ideogramma 色 (iro), che significa “colore” , vicino ad un altro kanji per formare i nomi dei colori:
- kiniro 金色, “oro”;
- kiiro (黄色) "giallo";
- chairo (茶色) "marrone";
- ghiniro (銀色) "argento".
Origine Dei Colori Giapponesi
Nel giapponese antico esistevano solo quattro parole base per descrivere i colori: 赤 (aka, rosso), 青 (ao, “blu”), 白 (shiro, bianco) e 黒 (kuro, nero). Inizialmente aka e ao coprivano più sfumature rispetto ad oggi.
Ad esempio nel “Tosa Nikki” (diario del X secolo), si dice Ao anche per il colore verde come in: 松の葉は青く (Matsu no ha wa aoku) – “le foglie di pino sono blu (ao*), intendendo in realtà un verde intenso.
Allo stesso modo, anticamente aka indicava anche tonalità vicine al giallo/ arancione (per questo il tramonto o i fiori di mandorlo venivano scritti con la parola akai).
Tuttavia con l’influsso della lingua cinese e con il sorgere di nuove esigenze linguistiche furono creati nel tempo altri nomi per indicare i colori.
Ad esempio il verde, che in antico era parte di “ao”, ricevette il nome 緑 (midori). Nacqua anche 紫 (murasaki - viola), che deriva dal nome di una pianta (il Lithospermum erythrorhizon, chiamato anch’esso murasaki in giapponese) il cui pigmento era di colore porpora.
Il rosso scuro 茜 (akane) invece proviene da una pianta utilizzata come colorante per il rosso intenso (la rubia cordifolia, chiamata akane in giapponese).

Curiosità Sui Colori Giapponesi
Come anticipato, nella lingua giapponese, i termini "ao" (青) e "midori" (緑) indicano rispettivamente il blu e il verde, ma la distinzione tra questi colori non è sempre stata netta.
Il termine "midori" iniziò ad essere usato solo a partire del periodo Heian (794–1185) e iniziò a diffondersi più stabilmente nel linguaggio quotidiano soltanto dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Ancora oggi in Giappone il semaforo verde viene chiamato 青信号 (ao shingō), nonostante la luce sia verde. Molti altri oggetti verdi conservano il termine ao: per esempio 青虫 (aomushi, bruco, “insetto verde”), 青リンゴ (aoringo, “mela verde”), 青汁 (aojiru, un succo di verdura verde).
Anche i colori nei nomi tradizionali giapponesi riflettono questa cosa: Aomori, prefettura nel nord del Giappone (青森, “foresta verde”) e Aoki , città nella prefettura di Nagano, (青木, “albero blu”) contengono 青 ma si riferiscono al verde della natura.
L’abitudine di chiamare verde ao sopravvive anche in espressioni come 青二才 (ao nisai), che indica un giovane inesperto, oppure 青ざめる (aosameru), che significa “impaurirsi” (diventare verde di paura).
Altre curiosità sui colori:
赤, aka- rosso, è spesso associato al colore del sole (🇯🇵 hinomaru), alla gioia o all’importanza. Nel giapponese moderno 赤字 (akaji) significa bilancio in perdita (“in rosso”), e 黒字 (kuroji) in attivo (“in nero”).
L’aggettivo 赤い compare in espressioni come 赤ちゃん (akachan, “bambino” – letteralmente “piccolo rosso”, per via del colorito) e 赤信号 (aka shingō) per il semaforo rosso.
Per il bianco, shiroi troviamo parole come 白状 (hakujō) “ammettere qualcosa” (letteralmente “mettere bianco”, cioè essere limpidi) e 真っ白 (masshiro) “completamente bianco”.
Esempi D’uso Quotidiano
Vediamo alcune semplici frasi con i colori:
- 日本の国旗は白と赤です。 (Nihon no kokki wa shiro to akai desu.) – “La bandiera giapponese è bianca e rossa.”
- このりんごは赤いです。 (Kono ringo wa akai desu.) – “Questa mela è rossa.”
- 空が青いです。 (Sora ga aoi desu.) – “Il cielo è azzurro.”
- 緑の葉っぱがきれいです。 (Midori no happa ga kirei desu.) – “Le foglie verdi sono belle.”
- 彼女はピンクのドレスを着ています。 (Kanojo wa pinku no doresu o kiteimasu.) – “Lei indossa un vestito rosa.”
- 部屋の壁は黄色いです。 (Heya no kabe wa kiiroi desu.) – “Le pareti della stanza sono gialle.”
- 彼の髪は茶色いです。 (Kare no kami wa chairoi desu.) – “I suoi capelli sono castani.”
Notate che gli aggettivi di colore seguono la desinenza -i: akai, aoi, kiiroi… Mentre per alcuni colori si usa la forma con il の.
Un esempio per "ao": 信号は緑色です。でも日本では青信号と言います。 (Shingō wa midori-iro desu. Demo Nihon dewa ao shingō to iimasu.) – “Il semaforo è verde, ma in Giappone si dice ‘semaforo ao’.
Signficiato Dei Colori Giapponesi
In Giappone, i colori hanno significati spesso legati alla cultura, alla religione shintoista e buddhista, alla natura e alla simbologia storica. Ecco un riassunto dei principali colori e del loro significato:
- Bianco (白, shiro) – Purezza, sacralità, onestà
È il colore delle cerimonie religiose e dei matrimoni. Rappresenta la purezza spirituale. Tuttavia, è anche il colore del lutto in alcune tradizioni buddhiste. - Nero (黒, kuro) – Mistero, eleganza, autorità (ma anche lutto)
Simbolo del mistero e della formalità. È usato nei kimono cerimoniali, ma è anche legato al lutto e alla morte. - Rosso (赤, aka) – Energia, vita, protezione
Colore fortemente positivo: usato nei templi, nei portali torii, e nei talismani per allontanare gli spiriti maligni. È anche associato al sole e al sangue, quindi alla vita stessa. - Blu (青, ao) – Tranquillità, freschezza, onestà
In Giappone, include spesso tonalità che in altre lingue considereremmo verdi. Simboleggia calma, lealtà e igiene (i lavoratori spesso indossano divise blu). - Verde (緑, midori) – Natura, crescita, armonia
Associato al rinnovamento e alla vitalità, è strettamente legato alla spiritualità shintoista e alla bellezza della natura. - Viola (紫, murasaki) – Nobiltà, saggezza, spiritualità
Storicamente riservato alla corte imperiale e ai nobili. Ha anche connotazioni buddhiste legate all’illuminazione. - Giallo (黄, ki) – Coraggio, prosperità, luce
Un tempo associato alla nobiltà e al potere. Oggi è un colore brillante e positivo, spesso usato nei segnali di attenzione. - Oro e Argento (金, 銀) – Ricchezza, status, divinità
Utilizzati nelle decorazioni e nei templi per indicare sacralità e lusso.