
Tengu: i Mitici Guerrieri Corvi Del Folklore Giapponese
11/10/2025- Casa
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L'origine della lingua giapponese è incerta a causa della mancanza di testimonianze scritte (il motivo per cui i giapponesi hanno adottato gli ideogrammi è proprio a causa della mancanza di un sistema di scrittura).
Per questo motivo risalire all'origine della lingua giapponese è un compito, se non impossibile, estremamente arduo. In questo contesto, ci corrono in aiuto i dialetti, uno dei pochi modi per risalire all'evoluzione della lingua giapponese.
Tra questi il dialetto (anche se sarebbe più corretto definirla lingua) delle isole Ryūkyū (okinawa) risulta tra i più interessanti e preziosi. In questo articolo vedremo quindi l'evoluzione, le tipologie e le curiosità sui dialetti giapponesi. Sono affascinanti come quelli italiani?
Teoria della “radiazione del dialetto”
La lingua giapponese, benché oggi si presenti come un sistema relativamente uniforme grazie alla standardizzazione moderna, è in realtà il risultato di un processo storico di espansione e differenziazione molto più complesso.
Come anticipato, non esiste un consenso definitivo sulla sua genealogia e gli studiosi la hanno collocata, nel corso del tempo, all’interno di ipotesi diverse: dall’appartenenza alla famiglia “giappo-coreana”, fino a collegamenti con lingue altaiche, austronesiane o con substrati ancora più antichi dell’arcipelago.
Proprio perché non esiste una radice univoca e documentata, il giapponese moderno può essere compreso soltanto osservandone le variazioni interne, e dunque i suoi dialetti.
In questo contesto si inserisce la teoria della radiazione (o “diffusione radiale”), una delle chiavi interpretative fondamentali per spiegare la storia linguistica interna del Giappone. Secondo tale prospettiva, quando una lingua si espande geograficamente su un territorio eterogeneo e nel corso di un periodo molto lungo, essa non si diffonde in modo uniforme, ma irraggia dal suo nucleo originario producendo differenze locali progressive.
Le innovazioni linguistiche non arrivano dappertutto allo stesso modo né con la stessa intensità: alcune si fermano, altre oltrepassano certi confini geografici, altre ancora rimbalzano e creano aree linguistiche simili pur essendo distanti.
È proprio questo movimento “a onde”, simile alle increspature nell’acqua, che permette oggi di studiare come si siano sviluppati i dialetti giapponesi. In assenza di testi antichi che coprano tutte le regioni e tutti i periodi, le varietà dialettali diventano archivi linguistici viventi, in grado di rivelare linee di sviluppo che non compaiono nella lingua standard moderna.
Alcuni dialetti conservano tratti arcaici scomparsi altrove; altri mostrano innovazioni divergenti che testimoniano contatti, isolamenti geografici o percorsi evolutivi indipendenti.
Per questo motivo, comprendere i dialetti non significa soltanto analizzare la diversità contemporanea dell’arcipelago, ma anche tentare di ricostruire la storia profonda della lingua giapponese: osservare in che modo i suoni, la grammatica e il lessico si sono irradiati nel territorio permette di formulare ipotesi più fondate sulle antiche migrazioni interne, sulle zone di contatto culturale e su dove possano essersi trovati i primi centri linguistici proto-giapponesi.La Lingua Giapponese ed il Ruolo Dei Dialetti
Il giapponese standard (hyōjungo) si è affermato soltanto in epoca moderna, soprattutto a partire dal periodo Meiji, quando la necessità di unificare istruzione, burocrazia e comunicazione nazionale impose l’adozione della varietà di Tokyo come lingua comune.
Tuttavia, questa standardizzazione ha progressivamente oscurato il fatto che il giapponese non è, e non è mai stato, una lingua omogenea.
I dialetti (hōgen) rappresentano infatti un mosaico di variazioni fonetiche, morfologiche e lessicali che affondano le radici in secoli di isolamento geografico, diffusione radiale e contatto tra comunità.
La loro analisi permette di comprendere come il giapponese si sia trasformato nel corso del tempo e aiuta a colmare le lacune lasciate dalla scarsità di fonti antiche.
Oltre alla dimensione storica, i dialetti sono strumenti identitari essenziali. Parlare una determinata varietà significa esprimere appartenenza a una regione, a una comunità e a una tradizione culturale.
Per questo motivo, in Giappone si discute persino del “diritto al dialetto” (hōgen-ken), che mira a superare lo stigma verso le parlate non standard e riconoscere il loro valore culturale.
Nonostante questa riscoperta culturale, la pressione del giapponese standard ha prodotto un fenomeno noto come flattening, ovvero un appiattimento progressivo delle differenze dialettali, ben documentato dagli studi dialettometrici più recenti.
Ciò rende ancora più urgente la documentazione scientifica dei dialetti: ogni perdita dialettale implica la perdita di un tassello della storia linguistica del Giappone.

Suddivisioni Dei Dialetti
La dialettologia classifica spesso il Giappone in due grandi macro-aree, orientale e occidentale, corrispondenti a innovazioni diverse nei sistemi verbali, negli accenti e in varie particolarità fonetiche.
Tuttavia, ricerche più recenti, basate su grandi quantità di dati e su metodi quantitativi moderni, mostrano che il panorama è molto più articolato e che esistono almeno cinque macro-cluster dialettali, ciascuno con tratti evolutivi riconoscibili.
Studi linguistici recenti mostrano che le variazioni tra dialetti, soprattutto nei verbi, negli aggettivi e nella fonologia, sono indicatori preziosi delle antiche migrazioni interne, delle zone di contatto e dei centri di irradiazione linguistica.
Analizzare dove compaiono (o scompaiono) certe strutture grammaticali permette di ipotizzare come la lingua si sia spostata nel territorio, quali comunità siano state isolate e quali abbiano scambiato innovazioni.
È grazie ai dialetti che possiamo osservare tracce di stati linguistici precedenti allo standard e avvicinarci alle origini del giapponese, che rimangono difficili da definire senza questo materiale comparativo.
Sotto la divisione per zone e poi a seguire alcuni dei dialetti più famosi:
Dialetti: Area Nord/Est (東日本)
Aree geografiche: comprende in generale la regione del Tōhoku (北東日本) e la fascia orientale di Honshū.
Caratteristiche generali: In queste zone i dialetti mostrano spesso un accento o intonazione più marcata, una maggiore conservazione di forme verbali arcaiche.
Come per esempio per i dialetti del Tōhoku: Il gruppo dei dialetti del Tōhoku può differire così tanto dallo standard che nei media nazionali viene talvolta “tradotto”.
Area Ovest (西日本)
Aree geografiche: include regione del Kansai (近畿地方), la regione del Chūgoku region, la regione del Shikoku region e parte del Kyūshū.
Caratteristiche generali: I dialetti dell’ovest (es. Kansai-ben) sono spesso associati a un’economia e cultura storicamente potente, e hanno forme distintive di copula, intonazione, vocaboli.
Le mappe linguistiche mostrano come la “copula” standard 〜だ / 〜です viene sostituita frequentemente in queste aree da 〜や, 〜じゃ … e altre forme.
Area Kyūshū / Isolata (九州・離島)
Aree geografiche: la regione del Kyūshū (九州), le sue prefetture, e le isole minori attorno. Inclusi anche i dialetti isolati e varianti “estreme”.
Caratteristiche generali: nel Kyūshū si trovano varietà che hanno caratteristiche molto divergenti dal giapponese standard, sia nel vocabolario che nella fonologia. Ad esempio, il Kagoshima‑ben o “Satsugū-dialetto” ha una pronunciazione che risulta particolarmente difficile per chi parla lo standard.
Le isole remote e l’ambiente insulare hanno favorito un'ultra-diversificazione: alcune varietà sono quasi “lingue sorelle” piuttosto che semplici dialetti.
Area Ryūkyū / Okinawa (琉球・沖縄)
Aree geografiche: include l’arcipelago delle isole Ryūkyū, in particolare le prefetture di Okinawa (沖縄県) e le relative isole minori.
Caratteristiche generali: Le varietà qui presenti sono talmente divergenti che molti linguisti le considerano non semplici “dialetti” del giapponese ma lingue separate del ramo Ryūkyū.
Il vocabolario, la fonologia, le strutture grammaticali possono differire in misura significativa dal modello standard.

Alcuni tra i Dialetti Più Famosi
di seguito alcuni dei dialetti più famosi del Giappone con caratteristiche e parole comparate con il giapponese standard:
秋田弁 (“Akita-ben”)
Il dialetto “Akita-ben” è parlato nella Prefettura di Akita, nel nord del Giappone. È classificato fra i dialetti del gruppo Tōhoku (東北方言) — in particolare nella sottocategoria “Northern Tōhoku”.
Molti parlanti oggi usano più un dialetto che si base “sull'intonazione” piuttosto che la varietà strettamente tradizionale, soprattutto fra le generazioni più giovani.
Alcune caratteristiche fonetiche conservano elementi arcaici: ad esempio, la presenza di una pronuncia più nasale in certe consonanti.
Il vocabolario locale include parole che si differenziano molto dallo standard, ad esempio “menke” per “kawaii (carino)”. A livello sociale, viene a volte percepito come “dialetto rustico” o “dialetto di campagna” dalle regioni centrali del Giappone.
Esempi di parole/frasi a confronto
| Standard giapponese | Akita-ben | Romaji | Note |
|---|---|---|---|
| 可愛い (kawaii) “carino” | めんけ | menke | Variante tipica. Wikipedia+1 |
| そうだね/だね (“Eh, sì”) | んだな/んだっすなぁ | n da na / n da ssu naa | Esclamazione dialettale. akitajet.com |
| ご飯 (gohan) “pasto, riso” | まま | mama | Variante locale. Wikipedia |
| お金 (o-kane) “soldi” | じぇんこ/じぇん (jenko / jen) | jenko / jen | Variante. Wikipedia |
| 泣く子はいないか (naku ko wa inai ka) “Non ci sono bimbi che piangono?” (frase tipica del folklore) | 泣く子はいねがぁ (naku ko wa ine gaa) | naku ko wa ine gaa | Frase usata nel festival locali. macaronic-lang.tumblr.com+1 |
Esempio frase
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Standard: 「今日は暑いね」 (Kyō wa atsui ne) – “Oggi fa caldo, eh.”
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Akita-ben: 「今日は暑いっすな」 (Kyō wa atsui ssu na) – Romaji: Kyō wa atsui ssu na.
Spiegazione: variante dialettale con suffisso “っすな” per rafforzare.
関西弁 (Kansai-ben)
La varietà nota come Kansai-ben copre l’area del Kansai (関西地方), includendo la città di Osaka, kyoto e Koba e le prefetture vicine.
Storicamente, durante l’epoca Edo, il Kansai era un centro culturale e commerciale importante, il che ha influenzato la diffusione di una lingua locale.
Caratteristiche il “〜です” diventa “〜や” (“それはねこです” → “それはねこや”) oppure “〜やねん” per spiegazione/enfasi. Frasi più dirette, intonazione “più melodica” o “più forte” rispetto allo standard.
Uso frequente di forme particolari, ad esempio: “なんでやねん!” (per dire “ma perché!”), diventate celebri nei media.
Esempi di parole/frasi a confronto:
| Standard | Kansai-ben | Romaji | Spiegazione |
|---|---|---|---|
| ありがとう | おおきに | Ōkini | Gratitudine formale o amichevole. |
| すごい | めっちゃ | Meccha | Intensificatore “molto”. |
| 違う | ちゃう | Chau | “Sbagliato” o “diverso”. |
| だめ | あかん | Akan | “Non va bene”. |
| ほんとう? | ほんま? | Honma? | “Davvero?”. |
| そうだね | せやな | Seyana | “Eh già”, “giusto così”. |
| なにしてるの? | なにしてんねん? | Nani shiten nen? | Domanda colloquiale. |
| うるさい | うっとしい | Uttoshii | “Fastidioso”. Tono più emotivo. |
| すみません | すんまへん | Sunmahen | Variante popolare di scuse. |
|
〜だよ |
〜やで | ~ya de | Copula tipica “ya”. |
Il Kansai ha una forte tradizione comica (漫才, manzai) e televisiva, che ha contribuito a rendere il dialetto popolare in tutto il Giappone.
Tuttavia, usare il Kansai-ben al di fuori del contesto regionale può essere percepito come “finto” o affettato.

博多弁 (Hakata-ben) – Kyūshū
Il dialetto di riferimento è parlato nella città di Fukuoka e nella sua prefettura ed in generale nell’area nordoccidentale di Kyūshū, l'isola a sud dell'arcipelago.
Caratteristiche: le terminazioni “〜ばい”, “〜やあ” (es: 「〜ばい」 per affermazione; es: “〜やあ” per tono amichevole). Uso della parola “ばり〜” per “molto, assai” (“ばりかわいい” = “molto carina”).
Alcune variazioni di pronuncia e intonazione, e forte carica identitaria.
Esempi di parole/frasi a confronto:
| Standard | Hakata-ben | Romaji | Spiegazione |
|---|---|---|---|
| これは〜です | 〜ばい | ~bai | Suffisso affermativo (“è così!”). |
| 〜ですか? | 〜と? | ~to? | Particella interrogativa. |
| そうだね | そやね | Soyane | “Già così è”. |
| だから | やけん | Yaken | “Perciò / quindi”. |
| そうなの? | そうと? | Sō to? | “Davvero?”. |
| かわいい | よか | Yoka | “Bello, buono”. |
| だいじょうぶ? | よかと? | Yokato? | “Va bene?” |
| 〜たい (desiderio) | 〜とよ | ~to yo | Colloquiale enfatico. |
| さむいね | さみかー | Samika- | Allungamento vocale tipico. |
| うるさい! | しゃーしい! | Shāshii! | “Rumoroso!”. |
Il dialetto di Hakata è percepito come “amichevole”, “vivace”, e viene valorizzato nella cultura pop – articoli recenti ne sottolineano il suo lato “carino” (かわいい) delle espressioni locali.
Nel Kyūshū, come per molti dialetti, c’è un forte senso di appartenenza locale, e usare il dialetto è un segno di identità.
うちなーぐち (Okinawa) – Lingua/Ramo Ryūkyū
La lingua detta «うちなーぐち» è parlata nell’arcipelago principale di Okinawa (沖縄本島) e nelle isole vicine ed è considerata da molti linguisti non solo un “dialetto” del giapponese, ma una lingua distinta del gruppo Ryūkyū (琉球語).
Caratteristiche: grande differenza rispetto al giapponese standard. Vocabolario, fonologia, grammatica possono essere molto differente.
Esempi celebri: 「はいさい!」/「はいたい!」 (ciao), 「にふぇーでーびる」 (ありがとう).
La forma del verbo, la coniugazione, l’uso di certe particelle possono differire. Alcuni esempi:
| Standard | Uchinā-guchi | Romaji | Spiegazione |
|---|---|---|---|
| こんにちは | はいさい/はいたい | Haisai / Haitai | Saluto (maschile/femminile). |
| ありがとう | にふぇーでーびる | Nifē dēbiru | “Grazie”. |
| さようなら | ぐぶりーさびら | Guburī sabira | “Arrivederci”. |
| おはよう | はいやー | Haiyā | “Buongiorno”. |
| 美しい/可愛い | ちゅらかーぎー | Churakāgī | “Bella persona”. |
| 友達 | しまぬちゃー | Shima nu chā | “Compagno dell’isola”. |
| またね | いちゃりばちょーでー | Ichariba chōdē | “Una volta amici, per sempre amici.” |
| お金 | じゅん | Jun | “Denaro”. |
| ご飯 | あじふぁー | Ajifā | “Pasto”. |
| いいね! | ちばりよー! | Chibariyō! | “Dai! / Coraggio!”. |
Durante il periodo della guerra e sotto l’amministrazione giapponese, l’uso dell’uchinā-guchi veniva talvolta scoraggiato o sanzionato:
Oggi l’uchinā-guchi / dialetto di Okinawa è oggetto di riscoperta, non solo come forma linguistica ma come patrimonio culturale, con iniziative di preservazione e valorizzazione.
Aspetti culturali e sociali dei dialetti
Dialetto come identità
Come già accennato, i dialetti giocano un ruolo importante nel senso di identità locale.
In molte regioni “essere del posto” significa parlare il proprio dialetto, oppure usarlo in contesti informali per evocare la familiarità locale.
Dialetto e stigma sociale
In passato, in contesti formali o educativi, l’uso del dialetto era percepito come “non elegante” rispetto allo standard. In alcune aree (come Okinawa) l’uso del dialetto era addirittura scoraggiato.
Oggi questa visione è in parte mutata: i dialetti sono spesso celebrati come “carattere regionale”.
Dialetti e omogeneizzazione linguistica
Con la scuola, i media nazionali, la televisione e la radio (basati sul giapponese standard), molti giovani nelle regioni usano più lo standard che il dialetto nella comunicazione formale o fuori dal contesto famigliare.
Questo porta a una progressiva riduzione dell’uso quotidiano di alcuni dialetti, soprattutto nelle generazioni più giovani. Japaaan
Turismo, media, cultura pop e dialetti
I dialetti sono anche usati come attrattiva turistica o identitaria nei media (es: manga, anime, varietà televisive). L’uso di frasi dialettali può dare impressione di “località”, “familiarità”, “calore”.
Allo stesso tempo, l’uso del dialetto nei media nazionali può provocare fraintendimenti – ad esempio, per l’intonazione o vocaboli molto localizzati.
Conservazione e rischio di estinzione
Come segnalato, alcune varietà dialettali sono a rischio di scomparire. In particolare, comunità isolate o isole remote (ad esempio le isole Yaeyama, le isole di Okinawa) stanno perdendo parlanti attivi.
Ci sono iniziative per documentare, registrare e far riscoprire l’uso dei dialetti.




